VACANZE: SOLE, COMPITI E VIDEOGIOCHI (a cura del dott. Adriano Zenilli)

" Dottore ma come devo fare? Passa tutto il giorno davanti ai videogiochi, non dico che debba fare solo i compiti ma almeno una passeggiata o andare a fare un giro, mi dica lei..."

 

In questo periodo estivo questa è la segnalazione che molti genitori mi fanno quando vengono in studio per parlare dei figli. Ragazzi svogliati, pigri che si svegliano solo per iniziare una partita ai videogiochi magari online.

 

"E' la solita esagerata, non mi lascia mai in pace, in fondo cos'è che le chiedo? di starmene per conto mio tranquillo a giocare, ho fatto già abbastanza durante l'anno!"

 

Questa è la replica dei ragazzi che si sentono invece assillati dalle attenzioni dei genitori, incompresi nel loro desiderio di svago e limitati nella loro libertà d'azione.

 

Se da una parte sono comprensibili le ragioni degli uni, dall'altra sono condivisibili le preoccupazioni degli altri. Cosa fare allora? Come mettere d'accordo il dovere con il piacere? Gli estremi c'è da dire non funzionano mai e così estraniarsi molte ore della giornata davanti al monitor o sventrare la console di gioco produce quasi sempre effetti dirompenti sull'equilibrio familiare. 

 

La prevenzione forse è la strategia che potrebbe funzionare meglio per mantenere una certa pace in casa ma qualora fosse troppo tardi vediamo cos'altro si può fare. Innanzi tutto le strategie cambiano se si tratta di bambini in età da scuola primaria, di ragazzi delle medie o di adolescenti già alle superiori.

Nel primo caso i genitori possono regolamentare l'utilizzo dei videogiochi limitandone l'accesso o il tempo di fruizione senza dimenticare che anche tablet e smartphone vengono utilizzati come console per giocare. Nel secondo caso sarà più difficile vista la naturale inclinazione dei preadolescenti a ribellarsi e occorreranno contratti educativi un po' più sofisticati delle semplici regole. Infine con i ragazzi più grandi è impensabile imporre la propria volontà se non si vuole arrivare allo scontro aperto e la contrattazione diventa d'obbligo.

Oltre a limitare l'uso dei videogiochi, inoltre,  molti genitori in questi mesi caldi hanno anche l'arduo incarico di sollecitare l'esecuzione dei compiti estivi incontrando spesso e volentieri qualche resistenza se non addirittura ribellione da parte dei figli che si trasformano improvvisamente in piccoli sindacalisti in erba.

 

Alcuni suggerimenti, da seguire per prove ed errori, al fine di prevenire o risolvere il problema potrebbero essere:

  1. Regolamentare fin dalle prime richieste l'accesso ai videogiochi condizionandolo al merito: pensare che tutte le richieste debbano essere soddisfatte altrimenti non si è bravi genitori è un modo per cadere nella trappola del senso di colpa e per insegnare ai bambini che tutto è dovuto. Così come noi adulti veniamo educati dalle raccolte punti a fare la spesa nello stesso supermercato, a fare rifornimento nello stesso distributore o ad acquistare la stessa marca di quel prodotto, possiamo educare i giovani a eseguire compiti e rispettare richieste per poter ottenere come premio il tanto ambito videogioco dell'anno e la possibilità di giocarci. Tralasciate i risultati e valorizzate il modo in cui i ragazzi svolgono i compiti, l'impegno che ci mettono e non tradite mai il patto che avete stipulato altrimenti perderete la credibilità. Un accordo che propongo spesso alle famiglie è "un'ora di compiti = un'ora di gioco". Naturalmente funziona solo se avrete la possibilità di controllare vostro figlio.
  2. Verificate la compatibilità dei videogiochi con l'età di vostro figlio: Su ogni gioco è riportata l'indicazione dell'età consigliata ma sarebbe preferibile informarsi prima sulla natura dei contenuti magari guardando qualche video in rete per farsi un'idea migliore su quanto sia adatto a vostro figlio. Nel caso proprio in cui non lo riteniate consono, resistete alla tentazione del "ce l'hanno tutti" e "gli altri genitori glie lo comprano" ma ricordate anche anche proibire una cosa ne aumenta l'interesse.
  3. Provate a giocare insieme a loro: Non è che vi debbano piacere per forza i videogiochi ma giocare insieme è un modo per interessarsi al bambino e conoscere meglio il suo mondo, la sua personalità e cosa gli piace. Con l'esempio inoltre allo scadere di un certo tempo potreste proporre di smettere. 
  4. Coinvolgeteli in attività alternative: Spesso i videogiochi si rivelano un ottimo rifugio dalla noia specialmente in queste giornate di afa e caldo. Inventate e proponete dei diversivi soprattutto da svolgere insieme e che siano divertenti (mi raccomando, stirare o piegare i panni non possono reggere il confronto con uccidere gli zombie o gli inseguimenti stradali...). Potrebbe essere un'occasione per ripescare i vecchi giochi da tavola chiusi nell'armadio o organizzare delle uscite in famiglia. 
  5. Incoraggiateli ad invitare amici a casa: I compiti se fatti in compagnia sono meno noiosi e diventano un'occasione per organizzare divertenti merende in casa e socializzare
  6. Date il buon esempio: Si è più credibili quando si seguono le stesse buone abitudini che si chiede di rispettare. Passare le ore davanti alla TV o su internet dopo aver chiesto di spegnere la console potrebbe risultare un gesto incoerente, un semplice esercizio di potere. 
  7. Utilizzate il costo della risposta: Se un compito non viene svolto o una reazione è troppo violenta stabilite quanto tempo in meno ai videogiochi costerà tutto questo. Utilizzate questa strategia con parsimonia evitando di esagerare. 
  8. Contrattate insieme ai ragazzi il tempo da dedicare ai compiti: Siate flessibili e lasciate un margine di autonomia ma controllate che siano stati svolti.
  9. Siate graduali: Prima che scada il tempo prestabilito per il gioco provate a lanciare un paio di avvisi a distanza di tempo o in alternativa utilizzate dei promemoria sonori in modo che il ragazzo possa prepararsi a concludere il livello in atto ed evitare inutili spargimenti di sangue e bile. 
  10. Lasciate che facciano i compiti da soli: Limitatevi a indicare l'inizio e la fine dello spazio dedicato ai compiti ma lasciate che vostro figlio li svolga in autonomia rimanendo nei paraggi in caso di richieste di aiuto. Se proprio ci sono difficoltà trovate qualcun altro che lo possa aiutare e utilizzate il tempo che avete per condividere attività più piacevoli. 
Ricordate che soprattutto in adolescenza una certa tendenza all'isolamento in casa e alla fuga nella fantasia sono normali fino ad un certo punto e che non sempre sono drammatici segnali di disagio. Se però tuttavia questa tendenza diventa uno stile personale e relazionale mantenete sempre aperto il dialogo ed evitate reazioni allarmate o violente.
Se avete altri suggerimenti o esperienze da raccontare scriveteli pure nei commenti qua sotto. 
Buone vacanze a tutti! 
Dott. Adriano Zenilli 
Psicologo clinico e dell'Età Evolutiva 

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